domenica 10 aprile 2011

The day after

Comunque sia andata è stato un successo...
Lettera aperta ai nostri Artisti:

Risvegliati dal sogno? Se sì il nostro GRAZIE vi accolga in questa domenica di sole e di ricordi freschi freschi da coccolare. Avete dimostrato che la magia del teatro non la fanno palchi, platee, gallerie e sipari, ma gli ARTISTI che riempiono questo luogo di musica, poesia, emozioni.
Che inizio e che fine: Motoko e Tomoko... anche coreograficamente, semplicemente impeccabili. Un Yin e Yang musicale, la perfezione della dolcezza, della professionalità, della bravura: non potevano che scegliere l'arpa e il violino per incantare. E Ramona: melodiosa, con quella sua voce che è un massaggio al cuore sentirla cantare. Corde pizzicate e accarezzate: corde vocali, dell'arpa, del violino, dell'anima. Da sospiri. E altre corde pizzicate o appena sfiorate dal perfetto Duo Ghiribizzo... certo, Joachim ha tenuto tutto con il fiato sospeso quando s'è messo a infilare chiodini tra le corde della sua chitarra mentre tutti si chiedevano: ma cosa accade là sul palco? E poi quel "vado e improvviso", pronunciato con un ottimismo che non t'aspetti... la bravura quella sì... e Paola: anche qui si può parlare della magia dell'equilibrio: lui all'apparenza serio (ma è tutta un'impressione, basta assaggiare una delle sue torte per scoprire di quanta dolcezza è fatto). Lei con quel sorriso perenne e contagioso negli occhi e non capisci se la musica che esce dalla sua chitarra è il risultato o il motivo di quel sorriso. Forse un po' entrambe le cose.
Ma anche il disequilibrio non dispiace, in ogni caso, soprattutto se rappresentato dalla dolcezza della musica di Paola e del flauto di Cécile: stamane mi ha scritto un'amica, mi ha detto che si è commossa alla vostra Greenslevees. Poteva essere altrimenti?
Fanta... il ritmo di quell'Africa che sa donare nostalgie strazianti. Che lavoro con le ragazze e i ragazzi della scuola (Angela: grazie): eravate bellissimi, sul palco. E poco importa per quella nota che è sfuggita beffarda all'inizio di Susanna: l'energia, la voglia, le bollicine negli occhi hanno regalato emozioni. E il teatro cos'è se non una bottega artigiana di emozioni? Emozioni, tante, anche dal toy piano di Antonietta. Così piccolo, così imprevedibile. E l'accostamento con la fisarmonica di Luca... sembrava di passeggiare per le viuzze di Montmartre nel sentirli duettare. Altro felice incontro di una serata e di un gruppo che s'è formato grazie all'imprevedibilità del destino. E a proposito di duetti, non è stato forse toccante quello tra Antonietta e la voce di Christian? Un sarto della parola, il nostro attore, capace di cucire tra loro i pezzi di una serata così affollata di diversità. P.s. Fanta rideva a crepapelle sul tuo monologo della scoperta della Sicilia: e non era la sola.
Ed ecco entrare in scena la band. Franco: il regalo di compleanno l'ha fatto lui a noi, anche se avremmo dovuto pensarci noi visto che il compleanno era il suo, ieri (auguri!). Un vero maestro di musica: trascinante, e non solo tra i tasti bianchi e neri delle tastiere. A proposito di trascinatori: Alessandro, sarà che adoro il suono della batteria, ma ogni volta che lo sento suonare, che sento come si inserisce in ogni gruppo lo trovo inarrivabile. Giuliano: se i polsini blu erano per farti notare, non ce n'era bisogno... bastava la tua abilità sulle corde del basso. A fine concerto ha detto che non s'è piaciuto molto: bé, non vedo l'ora di sentirti quando ti piaci, perché già ieri a me sei sembrato ispiratissimo. Donato: quando si dice dare del tu a una chitarra elettrica. Alle prove, forse colpa del sonno, s'è presentato con un'aria assente. Ieri dev'essere arrivato suo fratello gemello. E c'è piaciuto! Cecilia e la sua voce: ecco le cose che piacciono a me, potrei cantare se solo io lo sapessi fare. Per fortuna sul palco c'era lei e non io: voce splendida e interpretazioni mai banali. Il rischio, quando si fanno cover, è di essere eccessivi nell'originalità oppure schiacciati sul dejà sentù (si dice così, vero?), un rischio che ieri non è stato neppure sfiorato. E tornando a quel discorso dei duetti, Imagine... e Forever Young... da sospiri. Alessio, una rivelazione. L'ho sempre sentito parlare (e tanto... perché lo sapete che parla tanto, lui...) ma cantare mai... il tuo don Chisciotte ha fatto venir giù il teatro. E poi che presenza scenica, vestito tutto di scuro... ma, a pensarci, non t'ho mai visto vestito di altri colori?
Permettetemi di ringraziare ancora una volta Giovanni e il suo gruppo di artisti nel saper giocare con i suoni, le tonalità, i microfoni: un service così non lo si incontra facilmente. Bravura a parte, ciò che rende Giovanni e la sua band rari e preziosi è la disponibilità, la gentilezza, la pazienza. Solo Rita, concentrato di qualità rare, poteva regalarci un simile incontro.
Ho ringraziato tutti? Direi proprio di no... perché, ad esempio, non ho ancora detto nulla dell'occhio di bue, al secolo Anteneh: s'è messo ieri per la prima volta a giocare con le luci e, cavoli, ha scoperto che potrebbe essere un secondo mestiere. Dovrei parlare di Olivia, ma non saprei proprio cosa dire... ho consumato le parole (sia quelle elogiative che le altre, quelle che nei momenti di tensione te la farebbero mangiare viva)... e allora parlo di Luciano: si dice sempre che dietro un grande uomo c'è una grande donna e ovviamente una simile verità, in questo caso, vale anche al contrario... ma qui si va oltre e la domanda c'è: cosa c'è dietro a una grande coppia? Nel mio piccolo ho la fortuna di avere accanto la più brava grafica dell'universo terracqueo: non si dovrebbe farlo, ma Cri locandine, libretti di sala, loghi... tutto meraviglioso, come sempre.
Tutto è perfettibile e perfezionabile, tutto può venire meglio e peggio, tutto può piacere di più o di meno, una cosa non può essere cambiata: l'emozione che mi avete regalato.
Quindi, ancora una volta, Grazie!

venerdì 8 aprile 2011

Tra ventiquattr'ore

Domani a quest'ora si apre il sipario. Questa mattina abbiamo assistito alle prove di Fanta con i ragazzi della scuola media Leopardi di Como, che saranno sul palco del teatro Sociale per eseguire con la nostra percussionista due brani: Kiba Kiba e Susanna. Grande entusiasmo, qualche voce rotta dall'emozione, un pizzico di sana gogliardia: i ragazzi sono pronti ad affrontare il grande pubblico. Le prime ad uscire sul palco saranno quattro ragazze, che canteranno il coro assieme a Fanta. Poi, sul finire del concerto, in scena: una trentina di ragazzi che giocheranno con un canto tradizionale del Burkina Faso cantato a due voci.
Ventiquattr'ore... e si parte. Vi aspettiamo: ore 21, piazza Verdi a Como: Almost a lullaby. E più di un sogno...

giovedì 7 aprile 2011

Presente e passato

Può sembrare da matti cominciare con i ringraziamenti quando mancano 36 ore all'apertura del sipario, ma questi sono ringraziamenti particolari. Ringraziamenti che spaziano nel tempo. Ad esempio ci sono ringraziamenti che tornano a un anno fa, quando eravamo alla vigilia di un altro concerto. E per il quale ancora oggi siamo grati a Elsa Waage, a Silvio Mason, alla famiglia Sala, a William Angiuli, a Dvorkin, a Flavio Brunati, al quartetto d'archi Kalimida, a Pepe e a Francesca Morandi... abbiamo condiviso un evento indimenticabile e tante emozioni. Grazie. E ancora grazie a chi c'era e a chi ancora c'è: Alessandro Nespoli, il Duo ghiribizzo di Paola e Joachim, Cristian Poggioni, Cécile Prakken, Fanta Tiemtore, Motoko Tanaka. E, ovviamente, grazie a chi non c'era e che ora c'è: Alessio Brunialti, Cecilia Casella, Ramona Goni, Antonietta Loffredo, Donato Matola, Giuliano Ros, Franco Silano, Tomoko Tanaka. A questo punto sarebbe bello ringraziare chi ci sarà, ma la sfera di critallo s'è spenta. Per questo non restano che i sogni...



Nel cuore di un bambino

Le cose che il bambino ama
rimangono nel regno del cuore
fino alla vecchiaia.
La cosa piu' bella della vita
e' che la nostra anima
rimanga ad aleggiare
nei luoghi dove una volta
giocavamo


Kahlil Gibran



martedì 5 aprile 2011

La forza dei sogni

Conoscevo una nota, una soltanto. L'ho portata con me nel sogno e s'è fatta musica
Conoscevo poche parole, cinque o sei al massimo. Ho chiuso gli occhi e si son fatte poesia
Ho visto il bianco e ho visto il nero. Poi, mentre sognavo, ho veduto l'arcobaleno
Ho incontrato una donna, ma andava di corsa. L'ho rivista nel sogno, e non aveva più fretta
Ho sentito un pianto, ho visto un sorriso. Li ho sognati assieme, si son fatte emozioni
Ho visto un uomo diverso da me. Poi l'ho sognato e il diverso ero io, non certo lui
Ho visto un luogo, non ricordo quale. Nel sogno il mondo intero, e non era male
Ho incontro un bambino, serio e silenzioso. Nel sogno giocava, rideva e urlava
Ho visto un teatro... un villaggio da aiutare... ho conosciuto sedici artisti... e strumenti da suonare... una sera in primavera mi son seduto sopra una sedia di velluto e ho provato ad ascoltare... gli occhi erano aperti, ma era quasi un sogno...

A Luca, Alessio, Cecilia, Joachim, Ramona, Antonietta, Donato, Paola, Alessandro, Christian, Cécile, Giuliano, Franco, Motoko, Tomoko, Fanta e ai ragazzi dell'Istituto comprensivo Como Lago

p.s. ultimi biglietti di platea e palchi disponibili... affrettatevi (biglietteria del teatro Sociale, Casa del Disco di via Milano oppure 331.6798201)

Non solo per amore



Ecco uno stralcio delle prove della nostra splendida band (Giuliano Ros, Alessandro Nespoli, Franco Silano, Donato Matola) e dei nostri inimitabili cantani (Cecilia Casella e Alessio Brunialti). Qui impegnati nel brano che chiuderà la parte ufficiale del concerto: One love di Bob Marley. Buon ballo...

domenica 3 aprile 2011

Arpa, violino ed emozioni

Il post odierno è in realtà un articolo pubblicato sul quotidiano La Provincia e dedicato a Motoko (arpa) e Tomoko (violino) Tanaka, le due artiste giapponesi che sabato prossimo dalle 21 al teatro Sociale di Como apriranno il concerto "Almost a lullaby". Una partecipazione che offrirà anche l'occasione per un toccante omaggio alle vittime del terremoto dell11 marzo scorso in Giappone.

Si conoscono da più di dieci anni ma non avevano mai suonato assieme, non come duo. Lo faranno sabato prossimo sul palco del Teatro Sociale per "Almost a lullaby", la serata a favore dell'associazione Mehala. E ci sono altri punti in comune tra Motoko Tanaka e Tomoko Tanaka Mao, musiciste giapponesi, arpista la prima, violinista l'altra, una risiede a Como da ormai quattro anni, l'amica viene spesso in Italia e non le dispiacerebbe compiere il grande salto verso il Lario. Ma in questi giorni è impossibile pensare al loro Paese, al Giappone, senza menzionare i terremoti, lo tsunami, la nuova paura del nucleare.

Con una compostezza tutta orientale, Motoko ricorda che era a Tokyo e stava suonando l'arpa quando si sono avvertite le scosse. «Una grande paura anche se la mia città è a più di 300 chilometri dall'epicentro - ricorda - Le strade tremavano, i grattacieli ondeggiavano, poi c'è stato qualche problema con l'elettricità ma la vita è andata avanti con relativa tranquillità». Dopo la tragedia tanti, in Occidente, si sono meravigliati per la serenità apparente del popolo nipponico: «In realtà c'è stato un secondo tsunami, mentale, perché tantissima gente ha perso tutto, casa, lavoro, alcuni hanno visto perire l'intera famiglia. La gente non sapeva cosa fare: è stata radunata in grandi palestre o nelle scuole, ha cercato di vivere la cosa come un'esperienza nuova, cercando di fare buon viso, quasi divertendosi». L'arpista è arrivata a Como al seguito del marito, che è stato il primo a innamorarsi di una città che ha subito conquistato anche lei: «È bella, tranquilla, a misura d'uomo», dice mentre dalle sue finestre si ammira uno splendido scorcio sul primo bacino del lago, al di sopra di qualsiasi palizzata.

Tanaka suona il violino da quando aveva quattro anni, era a Hong Kong per un concerto quando c'è stato il terremoto e, ora, gli occhi sono puntati su Fukushima: «Neanche noi sappiamo bene come sia la situazione. Ci limitiamo a sperare che tutto si risolva per il meglio», ma entrambe vorrebbero aiutare come possono, ovvero suonando, organizzando concerti a supporto delle famiglie e delle persone colpite dalla tragedia. Intanto si preparano per offrire il meglio al pubblico comasco, con questo concerto a favore dei progetti di cooperazione internazionale di Mehala onlus: «Suoneremo ‘Takeda', una ninna nanna tradizionale, con noi canterà il soprano Ramona Goni e siamo molto emozionate perché, anche se ci siamo conosciute nella stessa orchestra, non abbiamo mai suonato davvero assieme: vi aspettiamo al Sociale sabato sera».

L'appuntamento è per sabato 9 aprile dalle ore 21 con "Almost a lullaby". Ultimi biglietti disponibili: 15 euro platea e palchi, 10 euro gallerie. Info: 331.6798201

Alessio Brunialti

venerdì 1 aprile 2011

L'asso nella manica

Greensleeves to a ground è una popolarissima canzone del 15esimo secolo. Si narra che a comporla fu Enrico VIII che la volle dedicare alla sua futura sposa, Anna Bolena la quale pare avesse una malformazione a una mano e per questo indossasse sempre abiti con maniche molto lunghe, per nasconderla. Da qui il titolo: maniche verdi. In realtà è molto più probabile che a comporla sia stato un autore rimasto anonimo, un amante tradito da una donna di facili costumi. Di certo sabato 9 aprile, dalle 21 al Teatro Sociale di Como, la potremo ascoltare nella meravigliosa interpretazione di Cécile Prakken (flauto) e Paola Minussi (chitarra classica). Qua sopra un assaggio dalle prove del concerto "Almost a lullaby". Buon ascolto.